Rumoroso e ribelle: se il tuo bambino è così significa che è felice
Un comportamento energico rappresenta una gran voglia di vivere e scoprire il mondo
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A volte ci dimentichiamo di essere stati bambini, non è vero? Ci siamo scordati di quei momenti preziosi dove ogni giorno era una scoperta, una nuova avventura, di quando qualche scatolone diventava un fortino e bastava il sotto di un tavolo per sentirsi dentro ad un castello. Con il passare degli anni la nostra anima bambina ha fatto spazio ad una più adulta, responsabile che sceglie di nascondere in un cassettino della memoria tutto ciò che ci rendeva spensierati, energici, chiassosi e divertenti.
Quando poi diventiamo genitori ci sentiamo subito responsabili del nostro bambino: siamo noi che lo curiamo, lo cresciamo, gli insegniamo determinati valori e comportamenti. Quando nostro figlio si comporta in un determinato modo, magari fuori dalle normali “convenzioni” di buona educazione, ci sentiamo subito in colpa. Se il bambino è particolarmente agitato e rumoroso quasi ci vergogniamo di lui perché, secondo l’immaginario comune, il suo comportamento dovrebbe riflettere come abbiamo scelto di educarlo.
Nulla di più sbagliato, un bambino è chiassoso e un po’ ribelle semplicemente perché… è un bambino! E’ nella natura stessa del piccolo quella di essere una piccola bomba di energia, alla scoperta del mondo e alla continua ricerca di stimoli che lo rendano agitato e pieno di voglia di fare. Un carattere di questo tipo rappresenta solo la sua indole felice di bambino, non c’è nulla di cui preoccuparsi.
Le emozioni dei bambini sono amplificate a mille ed è quindi normale che una risata sia una grassa risata e un pianto sia un pianto fragoroso: tutto ciò non fa di voi cattivi genitori. Certo, questo non significa che i bambini possano fare tutto ciò che vogliono ed è importante che gli vengano insegnate determinate regole e come rispettarle. Siamo sempre più inclini a vedere qualcosa di sbagliato in un bambino vivace, consideriamo l’iperattività come una patologia preoccupante quando è semplicemente il loro carattere che è così. Ci lamentiamo se ci sono dei bambini rumorosi al ristorante quando, probabilmente, nel passato i bambini rumorosi eravamo proprio noi.
Sfidiamo chiunque a non ricordare un momento dell’infanzia dove abbiamo corso a perdifiato solo per il gusto di farlo, quando abbiamo fatto una marachella e abbiamo fatto di tutto per nasconderla ai genitori, a tutti quei rimproveri che abbiamo ricevuto perché non ci siamo comportate come le principesse che le nostre mamme speravano. Insomma, non dobbiamo avere paura dei bambini e dei loro comportamenti: è la natura. La ribellione verso le regole, la continua esplorazione, la voglia di scappare per scoprire il mondo… tutti questi sono sintomi di una felicità bambina, di una gioia del quotidiano, di un crescere divertendosi.
Ma cosa significa davvero essere un bambino felice? E come possiamo aiutare i nostri figli a mantenere la loro spensieratezza e il loro entusiasmo? Secondo gli esperti, ci sono alcuni elementi fondamentali che contribuiscono alla felicità dei bambini e che i genitori possono favorire con il loro atteggiamento e il loro esempio. Vediamoli insieme.
- Il gioco. Il gioco è l’attività principale dei bambini, quella che li fa divertire, imparare, socializzare, esprimere la loro creatività e la loro personalità. Il gioco è anche un modo per liberare le tensioni, le paure, le frustrazioni che i bambini possono provare. Attraverso il gioco i bambini sperimentano il mondo, si mettono alla prova, si sentono liberi e felici. I genitori possono incoraggiare il gioco dei bambini, offrendo loro spazi, tempi, materiali e opportunità adeguati. Ma possono anche partecipare al gioco dei bambini, condividendo con loro momenti di allegria, complicità e affetto.
- L’affetto. L’affetto è il nutrimento emotivo dei bambini, quello che li fa sentire amati, accettati, protetti, sicuri. L’affetto è espresso dai genitori con le parole, i gesti, gli sguardi, le coccole, le attenzioni che dedicano ai bambini. L’affetto è anche dimostrato dai genitori con il rispetto, la comprensione, l’ascolto, il dialogo che instaurano con i bambini. L’affetto è la base della fiducia, dell’autostima, dell’empatia, della generosità che i bambini sviluppano. L’affetto è il legame che unisce i bambini ai genitori e che li rende felici.
- L’autonomia. L’autonomia è la capacità dei bambini di fare da soli, di scegliere, di decidere, di risolvere i problemi, di affrontare le sfide, di esprimere le proprie opinioni. L’autonomia è il frutto della crescita, dell’apprendimento, dell’esperienza, della maturazione che i bambini compiono. L’autonomia è anche il risultato della fiducia, dell’incoraggiamento, del sostegno, della guida che i genitori offrono ai bambini. L’autonomia è la fonte della soddisfazione, del senso di competenza, della responsabilità, della libertà che i bambini acquisiscono. L’autonomia è il segno della felicità dei bambini.
- La socialità. La socialità è la relazione dei bambini con gli altri, con i coetanei, con gli adulti, con le persone diverse da loro. La socialità è l’occasione per i bambini di condividere, di cooperare, di confrontarsi, di arricchirsi, di appartenere. La socialità è anche l’opportunità per i bambini di rispettare, di tollerare, di accettare, di aiutare, di amare. La socialità è il presupposto della comunicazione, della collaborazione, della convivenza, della solidarietà che i bambini praticano. La socialità è la condizione della felicità dei bambini.
In conclusione, possiamo dire che un bambino felice è un bambino che gioca, che riceve e dà affetto, che sviluppa la sua autonomia e che si relaziona con gli altri. Un bambino felice è un bambino che vive la sua infanzia con serenità, entusiasmo, curiosità, fantasia. Un bambino felice è un bambino che è se stesso, che esprime la sua personalità, che manifesta le sue emozioni, che realizza i suoi sogni. Un bambino felice è un bambino che è rumoroso e ribelle, perché è così che si scopre e si fa scoprire, perché è così che si diverte e si fa amare.