La liquirizia rappresenta un pericolo in gravidanza? Rispondere a questa domanda non è semplice, poiché non esistono raccomandazioni chiare che impediscano alle donne in gravidanza di consumarla completamente. Tuttavia, è prudente limitare l’assunzione della radice, nonché degli integratori, estratti o aromi che ne contengono. Questa pianta, nota per le sue molteplici applicazioni culinarie, possiede alcuni composti attivi che potrebbero risultare problematici. In particolare, l’attenzione si concentra sull’acido glicirrizinico presente nella liquirizia. Nonostante la glicirrizina abbia dimostrato proprietà antivirali, antimicrobiche, antinfiammatorie e di protezione epatica, è noto che possa anche aumentare la pressione sanguigna. È stata utilizzata per anni per trattare varie affezioni come indigestione, infiammazione della mucosa gastro-duodenale, ulcere e tosse. Ma quali sono le implicazioni durante la gravidanza?
Quali rischi comporta il consumo di liquirizia?
Secondo uno studio condotto dall’Università di Helsinki, pubblicato sull’American Journal of Epidemiology, il consumo di liquirizia e il suo principio attivo, la glicirrizina, potrebbero avere effetti negativi sullo sviluppo del feto, influenzando la memoria e le performance cognitive, portando a un calo di sette punti nel quoziente intellettivo. Inoltre, ci possono essere legami con disturbi come il deficit di attenzione e iperattività.
Lo studio ha coinvolto 378 ragazzi di circa 13 anni, i cui genitori avevano consumato elevate quantità di liquirizia in gravidanza (oltre 500 grammi di glicirrizzina a settimana), medie (tra 250 e 500 grammi) o basse (meno di 249 grammi). I bambini esposti a elevate quantità di liquirizia durante la gestazione hanno mostrato punteggi inferiori nei test cognitivi e di ragionamento suggeriti da specialisti, con una differenza di sette punti rispetto ai loro coetanei. Inoltre, presentavano una minore capacità di memoria e, a parere dei genitori, mostravano maggiori difficoltà legate al disturbo da deficit di attenzione e iperattività. Infine, è emerso che le ragazze iniziavano la pubertà in anticipo. Gli esperti hanno spiegato che la glicirrizina amplifica l’effetto del cortisolo, l’ormone dello stress, bloccando l’enzima responsabile della sua inattivazione. Sebbene il cortisolo sia cruciale per lo sviluppo fetale, in quantità elevate può risultare dannoso.
Che tipo di caramelle sono ammesse in gravidanza?
Durante la gravidanza, le voglie possono diventare irresistibili, specialmente per le caramelle. Pur senza esagerare a causa dell’elevato contenuto di zuccheri, è possibile gustare qualche caramella di tanto in tanto. Alcune, infatti, potrebbero avere anche un effetto anti-nausea, ma è importante prestare attenzione agli ingredienti. Le caramelle allo zenzero, per esempio, sono molto ricercate, ma è necessario…
È importante essere a conoscenza del fatto che il Ministero della Salute, insieme all’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco), raccomandano di evitare l’assunzione di zenzero durante la gravidanza. Per quanto riguarda le caramelle alla liquirizia, è possibile consumarle, ma è fondamentale farlo con moderazione, evitando dosi elevate.
Quali spezie dovrebbero essere evitate in gravidanza?
In linea generale, le spezie possono essere consumate durante la gravidanza, ma sempre con cautela. Tuttavia, alcune di esse andrebbero evitate. Tra queste troviamo il peperoncino e il pepe, che possono avere un effetto irritante sulle mucose dello stomaco. La curcuma, grazie alle sue proprietà anticoagulanti, potrebbe provocare sanguinamenti uterini o interferire con l’assunzione di anticoagulanti. Il prezzemolo è sconsigliato a causa delle sue potenzialità abortive. Elevate dosi di coriandolo possono dar luogo a disturbi nervosi o gastrointestinali. Inoltre, lo zenzero può causare gastrite, ulcere e disturbi emorragici. La noce moscata può indurre emicranie, nausea e crampi addominali. Anche l’anice e la cannella dovrebbero essere utilizzati con moderazione. L’anice potrebbe aiutare a contrastare le nausee, ma la sua assunzione va limitata a causa della presenza di anetolo, un componente con attività simile agli estrogeni. Per quanto riguarda la cannella, è meglio evitarla nella sua forma pura, sia in polvere che in stecca.