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Viaggiare nel tempo è uno dei sogni più affascinanti dell’umanità. Chi non vorrebbe visitare il passato o il futuro, scoprire cosa è successo o cosa succederà, incontrare persone che non ci sono più o che non sono ancora nate? Ma è davvero possibile viaggiare nel tempo con la fisica? La risposta è: dipende.
La teoria della relatività generale di Einstein, che descrive la gravità come una curvatura dello spazio-tempo, prevede l’esistenza di soluzioni matematiche che consentono di creare dei “buchi di verme”, ovvero dei tunnel che collegano due punti distanti nello spazio-tempo. Questi buchi di verme potrebbero essere usati, in teoria, per viaggiare nel tempo, ma ci sono molti problemi pratici e teorici che rendono questa possibilità molto improbabile.
Innanzitutto, non sappiamo se esistono davvero dei buchi di verme nello spazio-tempo, e se esistono, come trovarli e come stabilizzarli. Inoltre, anche se riuscissimo a entrare in un buco di verme, non potremmo scegliere liberamente la destinazione spazio-temporale, ma dovremmo accettare quella che ci offre il buco di verme stesso. Infine, viaggiare nel tempo con i buchi di verme potrebbe portare a paradossi logici, come quello del nonno, in cui una persona torna indietro nel tempo e uccide il proprio nonno prima che nasca il proprio padre, impedendo così la propria esistenza.
Un altro modo di viaggiare nel tempo con la fisica è sfruttare il fenomeno della dilatazione temporale, che deriva dalla teoria della relatività ristretta di Einstein. Questa teoria afferma che il tempo scorre a velocità diverse a seconda del sistema di riferimento in cui ci si trova. In particolare, il tempo scorre più lentamente per chi si muove a velocità elevate rispetto a chi è fermo o si muove a velocità basse. Questo significa che se una persona viaggia a una velocità prossima a quella della luce, per esempio su una navicella spaziale, il suo tempo passa più lentamente rispetto a quello di una persona che resta sulla Terra. Quindi, quando la persona che ha viaggiato nello spazio torna sulla Terra, si accorge che è passato più tempo sulla Terra che sulla navicella, e quindi ha effettuato un viaggio nel futuro.
Questo tipo di viaggio nel tempo con la fisica è più realistico e meno problematico dei buchi di verme, ma ha comunque dei limiti. Innanzitutto, per avere una differenza significativa tra il tempo trascorso sulla navicella e quello sulla Terra, bisognerebbe viaggiare a velocità molto elevate, che richiedono una grande quantità di energia e che comportano dei rischi per la salute. Inoltre, questo tipo di viaggio nel tempo è unidirezionale, ovvero permette solo di andare nel futuro, ma non di tornare indietro nel passato.
Viaggiare nel tempo con la fisica è un’idea affascinante, ma molto difficile da realizzare. Forse, per ora, dobbiamo accontentarci